Per raccontare la storia di Porto Corsini possiamo partire dal Settecento, quando divenne il porto di Ravenna, in sostituzione dell'antico scalo che si trovava a pochi chilometri dalla città. Il nuovo scalo costruito nel 1748 grazie al cardinale Lorenzo Corsini venne realizzato su parte del letto abbandonato del Montone.
L'attività principale era all'epoca la compravendita di pesce, sostenuta dai monaci di San Vitale, in quanto proprietari delle aree costiere di Ravenna, mentre l'area su cui sorgeva il porto era proprietà dei marchesi Cavalli.
Dal XIX secolo lo scalo crebbe fino a diventare il più frequentato ed il più centrale porto per il commercio delle quattro Legazioni. Esso era infatti il più vicino a Venezia, Trieste e ad altri porti dell'Adriatico, l'unico che poteva congiungere la strada che portava al Granducato di Toscana e in parte allo Stato Pontificio.
Alla fine del 1800 anche venne costruito un nuovo faro, grazie ai commerci con i porti esteri e solo dopo il 1872 Porto Corsini divenne "stabilimento balneare".
Durante la Prima Guerra Mondiale, Porto Corsini divenne una base militare dalla quale partivano gli aerei da combattimento per effettuare le incursioni dall'altro versante del mare Adriatico.
Dopo la fine della guerra il podestà di Ravenna approvò il nuovo assetto urbano di Porto Corsini e diversi anni dopo, durante la Seconda Guerra Mondiale, Porto Corsini venne colpito duramente da un bombardamento aereo che durò per ben 3 giorni. Fu così che vennero abbattuti il faro, la Chiesa, diverse case e l'acquedotto ed il porto venne tragicamente raso completamente al suolo.
|